lunedì 29 ottobre 2012

Yoga per ridurre lo stress percepito e il mal di schiena sul posto di lavoro 
L’attività dello Yoga è sempre più introdotta nei luoghi di lavoro per migliorare la salute ed il benessere. Recenti ricerche suggeriscono che lo yoga è efficace per trattare molte condizioni di salute croniche come le malattie cardiovascolari, il diabete, l'ansia/stress, l'emicrania e la lombalgia.
Lo scopo di questo studio pilota è stato quello di valutare l'effetto di un programma di yoga, sullo stress percepito e sul mal di schiena, due principali cause di assenza per malattia sul posto di lavoro, nonché sul benessere psicologico.
I risultati di questo studio (Occupational Medicine) hanno mostrato che un programma di 8 settimane di yoga ha comportato una significativa riduzione dello stress e mal di schiena, e migliorato il benessere psicologico, in un gruppo randomizzato di adulti occupati presso un ente del governo britannico locale (LGA). Questi risultati sono coerenti con gli studi pubblicati che mostrano lo yoga essere efficace per migliorare la salute generale e il benessere. I partecipanti hanno riferito meno stress percepito, ridotto dolore alla schiena, più serenità e una migliore sicurezza di sé.

Punti chiave
·   Lo stress e il mal di schiena sono questioni fondamentali sul posto di lavoro, con conseguente numerose assenze per malattia.
·   Programmi basati sullo Yoga possono essere efficaci per ridurre lo stress percepito e il mal di schiena, e per migliorare il benessere emotivo nei luoghi di lavoro.
·   Le Organizzazioni preoccupate per la salute e il benessere dei loro dipendenti dovrebbero considerare di offrire un programma di yoga in corrispondenza o in prossimità del loro posto di lavoro.

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venerdì 26 ottobre 2012

Yoga nella corsa: notevoli benefici per i runner

Lo Yoga ha effetti benefici in coloro che praticano la corsa. Che cosa può fare lo yoga per il runner? Dare più energia, ridurre gli infortuni ed i tempi di recupero. Lo Yoga aumenta la pazienza, il coraggio e la chiarezza. Aumenta la resistenza, le capacità polmonari, le prestazioni, la velocità e la determinazione mentale. Riduce il disagio dei dolori, problemi digestivi, artrite, tendiniti, problemi del sonno, pressione alta, malattie cardiache, diabete, problemi della pelle e molto altro. Lo Yoga aiuta a condurvi maggiormente nel momento presente, dona pace alla mente e aumenta la felicità e la gioia nel corso delle esecuzioni. 
Per i corridori, lo yoga può essere un bene incredibile e complemento alla formazione. In che modo lo Yoga riduce gli infortuni? Lo Yoga è tutta questione di equilibrio. Contrariamente a quanto molti possono credere, lo Yoga non è solo stretching. Lo Yoga conduce il corpo, la mente e lo spirito in equilibrio con manifestazione di salute e benessere. Esso aumenta la flessibilità, la gamma di movimento, la forza e l’equilibrio. Al fine di prevenire gli infortuni, il corpo deve avere un equilibrio di flessibilità e forza: troppo o troppo poco di uno di essi e si è più suscettibili al danno fisico. La corsa non provoca danni, ma è il modo come si corre la causa delle lesioni.
Lo Yoga migliora le prestazioni in quanto aumenta la capacità polmonare, l'efficienza, la forza mentale e riduce i tempi di recupero, permette così di allenarsi più duramente e più spesso. Gli esercizi di respirazione espandono i  polmoni e consentono di correre più in velocità ed in situazioni difficili, ma in modo più efficiente, apportando più ossigeno ai muscoli. Utilizzare i polmoni interi, in particolare la parte inferiore, dove si verifica più scambio di ossigeno, è un modo più efficiente di respirare che richiede meno sforzo e produce più energia.
Lo Yoga aiuta a ridurre i problemi fisici. Tutti sperimentiamo qualche disagio di tipo fisico, mentale, emotivo o spirituale. Lo Yoga apporta benefici in tutto il corpo, è una pratica olistica. Molte volte, si soffre fisicamente e la causa è mentale o emozionale.  Con lo Yoga si impara e si sperimenta la consapevolezza di sé tanto da poter trattare la vera causa dei sintomi quali che essi siano. Lo Yoga  insegna ad essere nel momento presente. Per essere nel momento presente, occorre rilasciare le inutili sofferenze. L'accettazione, l'amore, la gratitudine e la pazienza sono sperimentati durante la pratica Yoga. 
Tutto ciò ha a che fare con il Chi o Qi o energia vitale che unisce corpo, mente e spirito. Il Qi è ciò che anima la vita. Un concetto che ha le sue origini nell’antica filosofia cinese, è stato paragonato al concetto di prana nello yoga  e può anche essere pensato come forza vitale. Il Qi non è misurabile, ma è riconosciuto indirettamente da ciò che favorisce, genera e protegge. Il medesimo concetto lo ritroviamo anche nelle pratiche di Qi gong e del T’ai qi.
La materia è il Qi che prende forma. Le montagne che si formano, le foreste in crescita, il flusso dei fiumi, le creature che si riproducono sono tutte manifestazioni di Qi. Nell'essere umano, tutte le funzioni del corpo e della mente sono manifestazioni di Qi: sensazioni, cognizione, sentimenti, digestione, riproduzione.
Correre con il Chi è una pratica come lo Yoga. Soltanto leggere, riguardo ai benefici che apportano tali pratiche e se possono aiutarci, non condurrà da nessuna parte. Quindi non dimentichiamo che la pratica è la cosa più importante.

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lunedì 22 ottobre 2012

Il riscaldamento globale esiste!!

Il riscaldamento del pianeta Terra è un dato concreto ed è confermato dal rapporto che intercorre tra due curve: una relativa all’aumento di temperatura ed un’altra relativa all’aumento dell’emissione di CO2. Richard Muller, professore di fisica all’Università della California a Berkeley, aveva seri dubbi sulla validità degli studi che confermavano l’aumento delle temperature. Ma con un articolo sul New York Times fa un passo indietro e conferma l’esistenza del cambiamento climatico. Tale studio, prende in esame le temperature rilevate dal 1750 dalle stazioni climatiche delle zone rurali, non prendendo in considerazione le temperature rilevate nelle città, a differenza di quanto era stato fatto in un precedente lavoro di ricerca. Negli ultimi 250 anni c’è stato un aumento di 1,5 gradi, mentre negli ultimi 50 anni l’incremento è stato di 0,9 gradi ed il professore imputa le responsabilità di tale aumento in parte alle eruzioni vulcaniche ed in parte alle attività umane. Un precedente studio della Commissione intergovernativa Onu (IPCC), sosteneva che l’aumento delle temperature negli ultimi 250 anni fosse dovuto sia all’attività umana, ma in parte anche al cambiamento dell’attività solare. Muller ed i suoi colleghi hanno dimostrato, invece, che l’attività solare è praticamente costante per cui non sembra influenzare tale incremento. Muller ritiene che l’IPCC è stato estremamente prudente e ribadisce che il riscaldamento continuerà ad aumentare in conseguenza degli aumenti di emissioni di CO2 e di altri gas serra, emissioni che potranno essere influenzate dall’andamento di crescita dell’economia cinese.
Per sapere di più
Grafici sulle variazioni di temperatura in Italia dal 1750

martedì 16 ottobre 2012

Zucchero...polvere bianca per un malessere generale


Prima parte
I medici arabi ed ebrei usavano lo zucchero raffinato in dosi minime da aggiungere alle loro prescrizioni farmacologiche, ma lo sapeva soprattutto la guaritrice - la saga o bella donna come veniva chiamata - la quale conosceva bene le proprietà di molte piante e alimenti.  Già sapevano che lo zucchero è una sostanza dagli effetti collaterali, facendo passare istantaneamente corpo e mente da uno stato di spossatezza ad uno di allucinazione.
Lo zucchero raffinato (saccarosio) non è un alimento completo come lo può essere una pianta verde od un chicco di riso integrale. Un alimento completo era sacro, benedetto dagli spiriti della natura, destinato a proteggere la salute dell’uomo. Ma al tempo in cui lo zucchero divenne un alimento largamente diffuso in Europa, i guaritori naturali, o meglio coloro che curavano con la medicina naturale, vennero considerati da un giorno all’altro nemici della Chiesa e dello Stato; i proventi ricavati dal commercio e dalla tassazione dello zucchero facevano “gola” a molti paesi europei e non solo.  

lunedì 15 ottobre 2012

Libertà dei semi - semi di Libertà
 Un seme ci rende liberi perché mangiare è un diritto vitale, personale e collettivo,  
facciamo in modo che non diventi una scelta imposta


L’agricoltura industrializzata è l'economia della violenza, strutturale-diretta-psicologica, attuata dalle multinazionali contro i contadini e l’umanità intera. La costituzione di brevetti sulle sementi comporta un sovvertimento sociale in cui non solo i contadini possono diventare dei perseguitati, ma chiunque voglia riprodurre dei semi per alimentare il proprio diritto di esistere.
Le sementi Ogm, con l’esclusiva logica del profitto, interrompono la riproduzione della vita. Queste sementi non si riproducono con la coltivazione in campo, ma sono riprodotte in una fabbrica. Un prodotto sbagliato o una crisi finanziaria potranno interrompere, in qualsiasi momento, il processo produttivo e riproduttivo ormai industrializzato con il facile rischio di condurci in una carestia delle stesse dimensioni raggiunte dall’espansione delle coltivazioni Ogm.
Per sapere di più
Semi resistenti
Vandana Shiva, Semi del Suicidio

martedì 9 ottobre 2012

Corso di Viniyoga


Il termine Viniyoga appartiene allo yoga classico: si tratta della "realizzazione della pratica dell'insegnamento dello yoga prendendo in considerazione le condizioni in cui si trova la persona dell'allievo".
Il
Viniyoga NON è dunque un'organizzazione o una scuola particolare, né uno stile particolare di yoga, MA insegna semplicemente una direzione: affinché la disciplina e la pratica yoga diano i suoi frutti è indispensabile scegliere le tecniche appropriate.
In pratica, il Viniyoga consiste nel rispettare la persona nella sua interezza: età, sesso, salute, costituzione, professione, residenza, abitudini di vita, risorse e debolezze, credenze, ecc...

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Lo Yoga migliora i sintomi della Sindrome delle gambe senza riposo (RLS)
Lo  Yoga migliora i sintomi della Sindrome delle gambe senza riposo (RLS)
Uno studio apparso su Evidence Based Complementary and  Alternative  Medicine 2012: 294058 mostra che un opportuno programma di pratica Yoga può migliorare le condizioni di insonnia, di stress percepito, di umore, di ansia e di pressione arteriosa alta in donne anziane affette dalla Sindrome delle gambe senza riposo (RLS). Lo studio è stato limitato a soggetti sedentari, in sovrappeso, in post-menopausa per cui i risultati non possono essere estesi ad altre categorie. La ricerca ha reclutato 75 donne di età compresa tra 45 e 79 anni ed è stata approvata dalla University of Virginia Health Board Sciences Review.


lunedì 8 ottobre 2012


IL MONDO A PIEDI*

Camminare significa aprirsi al mondo. L’atto del camminare riporta l’uomo alla coscienza felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi. È un’esperienza che talvolta ci muta, rendendoci più inclini a godere del tempo che non a sottometterci alla fretta che governa la vita degli uomini del nostro tempo. Camminare è vivere attraverso il corpo, per breve o per lungo tempo. Trovare sollievo nelle strade, nei sentieri, nei boschi non ci esime dall’assumerci le responsabilità che sempre più ci competono riguardo ai disordini del mondo; ma permette di riprendere fiato, di affinare i sensi e ravvivare la curiosità. Spesso camminare è un espediente per riprendere contatto con se stessi.
La facoltà peculiarmente umana di dare un senso alla realtà, di muoversi in essa comprendendola e condividendola con gli altri, nasce milioni di anni fa, nel momento in cui l’uomo si alza su due piedi. La posizione eretta e il perfezionamento dell’andatura bipede hanno difatti favorito il liberarsi della mano e del viso. Le migliaia di movimenti che sono stati resi così possibili hanno infinitamente ampliato la capacità di comunicazione e il margine di manovra dell’uomo nei confronti del suo ambiente e hanno contribuito a svilupparne il cervello. Come dice Leroi-Gouran (1982), la specie umana ha “inizio con i piedi”, anche se la maggior parte dei nostri contemporanei se lo scorda, pensando di discendere direttamente dall’automobile. Dal Neolitico in poi, il corpo, le potenzialità fisiche, la capacità di resistenza dell’uomo di fronte ai dati mutevoli dell’ambiente sono rimasti gli stessi. Malgrado l’arroganza di cui le nostre società si rendono deprecabilmente colpevoli, noi abbiamo le stesse facoltà di cui disponeva l’uomo di Neandertal. Per millenni, e ancora oggi in molte parti del pianeta, l’uomo si è servito dei piedi per trasferirsi da un luogo all’altro; in contatto corporeo diretto con la terra, si è prodigato nella produzione quotidiana dei beni necessari alla sua sopravvivenza. Sicuramente mai come nella società contemporanea si è fatto così scarso uso della mobilità e della resistenza fisica individuale. L’energia umana in senso stretto, derivante dalla volontà e dalle risorse più elementari del corpo (camminare, correre, nuotare e così via), viene stimolata di rado nel corso della vita quotidiana in rapporto al lavoro, agli spostamenti e così via. Il bagno nei fiumi, come ancora si usava negli anni sessanta, non si fa quasi più se non in pochi luoghi autorizzati, non si usa più la bicicletta (se non in forma quasi militante e non priva di rischi), né tantomeno le gambe, per andare al lavoro o svolgere le incombenze quotidiane.

Quella umana è una condizione immobile o seduta, sostituita per il resto da una serie di protesi. Non fa meraviglia che oggi il corpo venga percepito come un’anomalia, un dispositivo imperfetto che dev’essere migliorato e che alcuni sognano perfino di eliminare. Le attività individuali consumano più energia nervosa che fisica. Il corpo è un residuo contro cui si scontra la modernità, e diventa tanto più difficile da accettare quando più si riduce il numero delle sue attività dirette nell’ambiente. Questa cancellazione intacca la visione che l’uomo ha del mondo, limita il suo campo d’azione nel reale, diminuisce il suo senso di consistenza dell’io, indebolisce la sua conoscenza delle cose. A meno che l’erosione di sé non venga frenata per mezzo di attività compensative. I piedi servono più che altro per guidare l’automobile, o per sorreggere il pedone al momento di salire sul marciapiede o sulla scala mobile, e i loro proprietari sono ridotti per lo più al rango di infermi, cui il corpo non serve più a niente se non a mortificare l’esistenza. Per il resto, essendo sottoutilizzati, diventano spesso causa di fastidio, e potrebbero tranquillamente essere sistemati in una valigia. Già negli anni cinquanta, Roland Barthes annotava che: “Camminare è forse, mitologicamente, il gesto più comune, e quindi il più umano. Che sia nel ritratto o nell’automobile, qualunque sogno, qualunque immagine ideale, qualunque promozione sociale abolisce in primo luogo le gambe” (Barthes, 1957). Del resto, parlando di uno sciocco, si dice che “ragiona con i piedi”.


*Tratto da: IL MONDO A PIEDI di David Le Breton, elogio della marcia. Ed. Feltrinelli 2001